Giuseppe Versino realizzò diversi abiti costituiti da fili di cotone intrecciati di diverso colore: otteneva questo materiale sfilacciando gli stracci del manicomio in cui era ricoverato e poi riannodandoli. Presso il Museo di Antropologia ed Etnografia dell'Università di Torino, di questo autore sono conservati una tunica con gonna, una tunica corta, un paio di pantaloni, due cappelli, una borsa e un paio di stivali. Una collezione simile realizzata sempre da Versino è esposta presso il Museo di Antropologia Criminale "Cesare Lombroso" dell'Università di Torino.
Giuseppe Versino venne ricoverato presso l'ex Ospedale Psichiatrico di Collegno (TO) per tre volte fra il 1902 e il 1913. Dopo questa data non si hanno ulteriori informazioni, anche se di recente attraverso una ricerca presso l'anagrafe del Comune di Giaveno è stato possibile scoprire che morì nel suo paese d'origine a 81 anni.
A Collegno fu paziente del prof. Antonio Marro (1840-1913), dirigente sanitario del manicomio torinese, che conservò la sua produzione artistica regalandola poi ai due musei universitari.
Le mostre in cui sono stati esposti questi vestiti sono: "Luci su 6000 anni Uomo" (Museo di Antropologia ed Etnografia - Torino, 1997); "Oltre la ragione. Le figure, le storie, i maestri dell'arte irregolare" (Palazzo della Ragione di Bergamo, 2006); "Beautés insensées" (Salle d'Exposition du Quai Antoine I - Principato di Monaco, 2007); "L'arte diversa" (Collegno, 2009); "L'Arte della follia" (Museo di Antropologia ed Etnografia - Torino, 2010); "I Banditi dell'Arte" (Halle St.Pierre - Parigi, 2012); "When the Curtain Never Comes Down: Performance Art and the Alter Ego" (American Folk Art Museum - New York, 2015)