Francesco Toris


Levigando e scolpendo ossa di animali recuperate dalle cucine, Francesco Toris realizzò nella sua vita solo due opere: la più famosa intitolata "Il Nuovo Mondo", l'altra,"Il Cestino per gli attrezzi", custodisce al suo interno i 13 strumenti in legno e metallo utilizzati per realizzarle. Entrambe le sculture sono costruite incastrando ossa modellate per creare figure antropomorfe e zoomorfe o semplicemente geometriche, senza l'utilizzo di chiodi, lacci, fili, collanti, ecc. Francesco Toris fu brigadiere dei carabinieri e venne internato nel 1896 con la diagnosi di paranoia presso l'Ospedale Psichiatrico di Collegno (TO) dove fu paziente di Giovanni Marro. La sua patologia e le sue opere, eseguite presso lo stesso Ospedale, vennero presentate da Giovanni Marro nella pubblicazione del 1916 "Arte Primitiva e Arte Paranoica". Oggi sia "Il Nuovo Mondo" sia "Il Cestino per gli attrezzi" sono conservati presso il Museo di Antropologia ed Etnografia dell'Università degli Studi di Torino. Numerose sono le mostre in cui sono stati esposti i suoi lavori: "La Scienza e la Colpa" (Mole Antonelliana, 1985); "Le Nouveau Monde", esposizione interamente dedicata a quest'opera e allestita presso la Collection d'Art Brut di Lausanne (2002); "La Memoria della Scienza" (Archivio di Stato di Torino, 2004); "Arte, genio e follia. Il giorno e la notte dell'artista" (Santa Maria della Scala - Siena, 2009); "L'arte diversa" (Collegno, 2009); "L'Arte della follia" (Museo di Antropologia ed Etnografia di Torino, 2010); "Banditi dell'arte" (Halle St.Pierre - Parigi, 2012); "IL NUOVO MONDO" (Palazzo Birago di Torino, 2016)